Ferdinando Albertazzi
19 aprile 2005 di Redazione
Ferdinando Albertazzi

In occasione della recente Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna abbiamo incontrato lo scrittore FERDINANDO ALBERTAZZI che ci ha raccontato alcuni retroscena del suo ultimo libro: Il correttore di destini, la storia di un serial killer e della sua vendetta contro il mondo dell’editoria ambientata proprio a Bologna. Uno spietato serial killer si aggira tra i padiglioni della Fiera del libro per ragazzi di Bologna. Nell’arco dei pochi giorni nella città si snoda una terribile catena di delitti. Alle indagini della polizia bolognese si affiancano quelle di un poliziotto di Torino, il commissario Aristide Vendrame che si trova lì per accompagnare il giovane amico Lorenzo desideroso di visitare la Fiera. Così prende inizio la trama de Il correttore di destini (Salani, 9,00 €), ultimo libro di Ferdinando Albertazzi, scrittore bolognese che da molti anni vive a Torino in una soffitta di Borgo Po che dà sulla Mole. Ai bambini Ferdinando Albertazzi (a sinistra, nella foto) racconta storie delicate, piene di poesia e di ottimismo (come l’ultima e molto bella Stelle di nebbia, pubblicata da Città Aperta Junior, 13,00 €) mentre ai ragazzi regala gialli e thriller che appassionano con raffiche di suspance e brividi. Come nasce la sua scrittura per ragazzi? Non penso mai, quando inizio un libro, a quale sarà il mio pubblico. La storia viene e io la seguo. Ritengo inoltre che non ci devono essere libri per bambini ma libri per tutti, per piccoli e per i grandi. Come è nata l’idea di storia ambientata durante la Fiera del Libro per ragazzi di Bologna? Era un’idea che frullava nella mia testa da tempo. Ma non forzo mai le storie, lasciano che siano loro a farsi scrivere. Così è stato per il Correttore di destini. Per arrivare alla versione finale sono passati tre anni: prima scrivo, poi lascio depositare per un po’ la storia e quindi la riprendo in mano aggiustandola, rivedendola dove non mi convince. Il filo conduttore di questo thriller è il profondo fastidio che provo per l’omologazione dei giovani, che troppo spesso si adattano passivamente a modelli prestabiliti, anziché pensare con la loro testa ed esprimere liberamente la loro individualità. Così il protagonista del mio libro uccide alcune persone che lui definisce “vuoti a perdere”, per mostrare ai ragazzi che cosa rischiano se si accontentano di vivere come “branchi di cloni”. Il killer, nella sua convinzione deviata e malsana, è convinto di avere una missione da svolgere: vuole offrire uno specchio ai giovani. Il messaggio è duro e forte: se non reagite diventerete degli zombi. È un killer che ha una sua etica, non uccide a casaccio, per il gusto di farlo, ma seguendo un piano preciso. Come in molti suoi libri anche qui torna il tema dell’amicizia. Oltre alla suspance del giallo il Correttore di destini contiene un’indagine interiore e soprattutto racconta di una storia di amicizia. Questo tema mi è molto caro e fa da filo conduttore a tutti i miei libri. In questo caso si tratta di un’amicizia profonda tra un adulto e un ragazzino. Per un adolescente un’opportunità di questo tipo è fondamentale e utilissima, è un salto di taglia affettivo e culturale molto forte. Inoltre se non c’è il passaggio di testimone non c’è nulla e l’amicizia è un tramite eccezionale. Intervista a cura di Laura Ogna 19 aprile 2005 FOR KIDS Tutti i diritti riservati

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