FOCUS
3 aprile 2004 di Redazione
FOCUS

Debutta con FOCUS un nuovo spazio dedicato ai Bambini. Uno spazio operativo e pratico, ma non solo, un luogo dedicato al gioco dei colori, delle forme e dei disegni. Tanti suggerimenti su cosa fare e non fare per lasciare che i piccoli sperimentino sulla carta la loro creatività ma soprattutto si sentano liberi di raccontarci il mondo come lo sperimentano con i loro sensi. UN MONDO POSSIBILE: PRIMA PARTE Ogni disegno del bambino è pensiero vestito di colore. E’ il miracolo dell’idea che prende forma ed accende il sortilegio dei suoi tesori. E’ il ritmo della vita , l’omaggio alla gioia di vivere. Felici coloro che sanno ascoltare questo canto e ri-sentire, gli occhi ed il cuore insieme, la grandiosità dell’universo. Il bambino ha davanti a sé il foglio immacolato. Apre la scatola dei colori : rosso, verde, giallo ..Disegniamo. Qual è in quel momento il nostro ruolo di adulti? Cosa fare o non fare per aiutarlo a dare inizio alla sua avventura creativa senza prevaricarla? Come affiancarlo, se, di tanto in tanto si presentano questioni concrete, rispettando in tutto la sua personalità? E’ davvero un momento importante, soprattutto per noi adulti. Abbiamo ben chiaro cosa significhi per un bambino disegnare? Quanto sia carico di valenze emotive, di sensibilità, conoscenza, questo linguaggio che il bambino usa con tanta suggestione interpretativa? Perché di un linguaggio si tratta, un linguaggio che nasce molto presto e che ogni bambino sviluppa gradualmente per conquistare il dominio dello spazio e della realtà. E non importa se i primi segni non hanno significato. Importa che la matita che li traccia risponda agli ordini della mano, che la mano risponda agli ordini dell’occhio e l’occhio sia in sintonia con la mente. Importa poi capire che questo suo gioco può intervenire sulla realtà, modificandola, lasciando traccia di sé su ciò che gli sta intorno. Importa dominare il foglio e imparare a dominarsi. Comprendere di essere creature autonome che iniziano a guardare se stesse mettendosi in rapporto al mondo circostante. Linee … scarabocchi …. macchie di colore, fino al momento in cui ogni segno assume un preciso significato. Ed è già un lungo viaggio fin qui, quasi un miracolo nella sua misteriosa evoluzione. Ma non è che l’inizio di quel viaggio più lungo e affascinante che lo porterà alla sua piena autonomia espressiva se riuscirà ad imboccare la strada della creatività. Quale amico lungo questa strada? Quale confidente che possa comprendere il suo esigente bisogno di esprimere ogni riflesso di sé, la sua debordante capacità d’immaginazione, il suo gusto per la luce e i colori, la gioia piena della conoscenza? Il bambino a cinque, sei, otto anni possiede ancora a piene mani il genio della sua infanzia. Spetta a noi adulti, padre, madre, insegnante, compagno, saper ascoltare la poesia sottile di questa infanzia. Proviamo allora a renderci veramente liberi, liberi e leggeri vicino al bambino. Cercando di ritrovare un modo di vedere e sentire dal quale ci siamo allontanati. Non imprigioniamolo ai nostri schemi, ai giudizi, agli stereotipi alle convenzioni, ai nostri infiniti luoghi comuni. Lasciamo che inventi le sue linee, le sue forme, i suoi colori come inventa i suoi giochi. E se vuol dipingere il sogno che vive in lui, la sua visione trasfigurata del mondo, lasciamoci contagiare dalla sua fantasia. Lasciamolo “fare”, poiché “fare” è “capire”: Ma offriamogli i mezzi più adatti, opportunità ed esperienze forti e motivate per farlo. A Cura di Maria Palladin (*) (*) (già insegnate elementare e specializzata nella didattica del disegno infantile) Nella foto: Fiori di Marc Chagall .

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