Tre giorni a Parigi per musei e avere bambini felici
25 gennaio 2012 di Redazione
Tre giorni a Parigi per musei e avere bambini felici

Tre giorni a Parigi per musei e avere bambini felici. Impossibile? Leggete qui.

Ingredienti: un child di quasi 4 anni e due genitori, di cui uno in viaggio per lavoro.

Destinazione: Parigi.

Quando: un weekend lungo, da venerdì a domenica, a gennaio (tempo non freddo ma decisamente nuvoloso con frequenti scrosci di pioggia).

Dopo l’emozione del volo (che è già tutta un’attesa e una sorpresa: “grazie babbo e mamma che mi avete portato in aereo. E’ bellissimo: le città, le montagne e… le nuvole”) il “programma” ha inizio:

Prima tappa tutti e tre insieme Museo de Les Arts Decoratifs al Louvre per l’inaugurazione della mostra Les WallPaparLab (fino al 6 marzo) dove  il piccolo turista è rimasto incantato davanti ad un rinoceronte luccicante come un gioiello dorato all’ingresso del percorso. Scendendo al secondo piano del Museo eccoci alla mostra di Babar (Les histoires de Babar, fino al 2 settembre 2012) con giochi, acquarelli, il mantello di re Babar in un fulgente rosso con il risvolto in ermellino bianco in dimensione reale e poi pannelli interattivi e libri in esposizione. Per i bambini dai 4 anni ci sono anche laboratori e percorsi narrati (per info: 01-44555925). Scendendo ancora e arrivando al piano terra siamo alla mostra che per prima il pargolo aveva notato: “Goudemalion, Jean-Paul Goude une rétropective” (fino al 18 marzo). Qui una gigantesca dama rotante in un abito nero affascinante aveva attirato la sua attenzione che poi subito si è spostata su una gigantesca locomotiva che sembrava uscita da un film di Harry Potter: antica, maestosa e così in contrasto con la ricchezza della gigantesca sala che la ospitava. Dopo sorprese, stupori e immaginazione che galoppava alla ricerca della meta della magica locomotiva e dell’origine della dama bianca che danzando lungo il percorso produceva fiamme dalle sue mani, la sera orami era calata ed era ora di trovare un bistrot dove acquietare i borbottii ormai insistenti degli stomaci dell’intera famiglia.

Secondo giorno: Dopo un saluto davanti ad un croissant al babbo pronto già a consultare l’agenda dei suoi appuntamenti di lavoro la mamma e il pargolo hanno dato inizio alle loro esplorazioni. Destinazione: Musèum National d’Histoire Naturelle affacciato sui Jardin des Plantes (fermata Place Morge – MM 7). Ad accoglierci lo scheletro di una gigantesca balena australe con tanto di fanoni. E poi una grande galleria dell’evoluzione con animali impagliati in dimensioni reali. “Mamma c’è la giraffa con il suo piccolino. Quello è un rinoceronte. Guarda che corno! Il leone. Attenta mamma! E’ pronto all’attacco. Guarda che buffo: l’ippopotamo sta ridendo.” E poi coccodrilli, elefanti, scimmie, babbuini. In un’altra zona del museo abbiamo incontrato orsi bianchi, foce, trichechi… Più in là anche un gigantesco Narvalo con la sua lunga lancia. Schiacciando un tasto tra le numerose postazioni interattive abbiamo potuto sentire anche il suo canto. Dopo più di un’ora in questo giardino delle meraviglie, entusiasmandoci per continue e inaspettate scoperte (tra cui:”Mamma guarda quella carrozza (una vera carrozza ottocentesca) è assalita dalla tigre”) siamo arrivati a La Galerie des Enfants du Muséum un percorso riservato e pensato per i bambini dai 6 ai 12 anni. Quando ci siamo presentati all’ingresso il fatto che il cucciolo al mio seguito non avesse ancora 4 anni non è stato per nulla un problema. E subito una ragazza gentile ci ha raccontato cosa avremmo trovato una volta varcata la soglia: l’ecosistema naturale che vive ai bordi della città di Parigi, i suoi animali, la vegetazione. La storia stessa della città: dall’età preistorica ai giorni nostri. E poi l’ambiente tropicale con i suoi abitanti. Detto così, comprendo, non scatena grandi entusiasmi. Ma il fervore appassionato con cui queste cose ci sono state raccontate (e poi il dikat: “qui si tocca tutto”) ha in realtà acceso la nostra curiosità. Da subito ben ripagata! Il percorso è un’esplorazione totalmente interattiva: si gioca, si esplora, si tocca, si scopre, si impara e non si smette mai di giocare. “Mamma senti che puzza!” schiacciando un tasto si sentiva l’odore di un cinghiale, schiacciando un altro tasto poco più in là quello della palude, e poi il profumo dei fiori. Uscendo dal percorso il cucciolo – ancora non pago – ha insistito per vedere anche l’installazione dedicata ai ragni (Araignées fino al 2 luglio 2012, bambini fino a 4 anno gratuiti, adulti 9 €, ridotti 7€ ). Dopo oltre 3 ore dentro il museo ho faticato non poco a convincerlo ad uscire…!! Approfittando di un attimo senza pioggia abbiamo attraversato il giardino scatenandoci in corse a perdifiato fino a La Mènagerie, lo zoo dei Jardin des Plantes, uno zoo aperto all’inizio dell’Ottocento con moltissimi uccelli, scimmie, fenicotteri, leopardi delle nevi, karibù, vari tipi di rettili, etc…

Terzo giorno: tutta la famiglia è pronta per raggiungere la Citè des sciences & de l’industrie. L’idea era di raggiungerla in bateau ma sfortunatamente proprio in quei giorni il Canale di St Martin (scenografia del ben noto film di Amélie Poulain) era chiuso per lavori. Abbiamo così optato per la metropolitana (MM 7 – fermata Content Cariou). Attenzione: per poter entrare alla Città della Scienza e dell’Industria è necessario prenotarsi prima (anche online: www.cite-sciences.fr). Si deve scegliere la fascia oraria d’ingresso e il percorso che dura poi un’ora e mezza. Noi avevamo prenotato per le 12.30. Arrivando abbiamo mangiato un panino nel bistrot della Città della Scienza e dell’industria (con diverse opzioni anche bio). E quindi siamo entrati nell’area delle esplorazioni. I percorsi sono divisi per età: 2-7 anni (con 5 spazi tematici: Io scopro me stesso, Io so fare, Io mi oriento, Tutti insieme e Io sperimento) e 5-12 anni (oltre un centinaio di attività ripartite in sei universi: Il corpo, Comunicare, Il giardino, Lo studio televisivo, I giochi d’acqua e La fabbrica). All’esterno c’è anche un vero sottomarino da caccia degli anni ’50 (visitabile dai 3 anni) e il Geode (dai 3 anni). Al piano superiore c’è una sala cinematrografica in movimento (dai 4 anni), un percorso poetico e didattico tra ombre e luci (dai 5 anni) e molto altro. Per info: www.cite-sciences.fr. Dalla tecnologia al fascino del passato: risaliti sulla MM7 siamo andati fino a Gare d’Austerlitz a la Galeries de Paléontologie ed d’Anatomie comparée: vale a dire una sfilza incredibile di scheletri di dinosauri, mammut e poi d’infinità di animali. Il nostro piccolo Indiana Jones rimbalzava correndo da uno scheletro all’altro riuscendo a fatica a trattenere l’entusiasmo e strabiliandoci dava un nome a molti di quegli scheletri in sfilata. “Guarda un rinoceronte, quella è una scimmia, che grande che è la giraffa, è alta, alta alta. E’ grande anche il rinoceronte e lì accanto c’è un coccodrillo…” Info: www.mnhn.fr.

I tre giorni – ahimé – erano già esauriti e l’elenco delle cose che desideravamo fare era ancora lungo: – una mostra interamente dedicata ai giocattoli al Grand Palais (fino al 23 gennaio), – i laboratori per bambini del Centre Pompidou-Beauburg con attività artistiche che coinvolgono varie discipline per i bambini dai 6 ai 13 anni (L’atelier des enfant, www.junior.centrepompidou.fr), le installazioni d’arte moderna e i percorsi ludici del Palais de Tokyo….

Per chi fosse interessato a scoprire gli eventi che la città dedica ai bambini, il quotidiano LIBERATION pubblica un supplemento (ogni tre mesi) Paris môme in cui sono segnalati tutti gli eventi per i piccoli ed i ragazzi.

Alla prossima!

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