
Autore: Silvana De Mari
Editore: Salani
Illustrazioni:
Anno: 2007
Collana:
Prezzo di copertina: €10,00
Età di lettura:
Dall’autrice de L’Ultimo elfo e de L’ultimo orco arriva ora in libreria non un romanzo fantasy, ma un saggio sul fantastico.Un libro che, con una galoppata appassionata e appassionante, porta sulla carta i fili di pensieri e le parole emozionanti emersi in alcuni incontri tenuti da Silvana De Mari.Dalle emozioni delle fiabe e delle storie che si raccontavano attorno al fuoco, per ridare forza e coraggio a chi li aveva perduti, fino ad arrivare alle fiabe moderne.Una storia del racconto che svela l’evoluzione degli stessi ascoltatori, dove la fiaba si muove nel territorio dell’accudimento e dell’attaccamento, del prendersi cura di chi è più piccolo. In cui i temi sono quelli tipici della prima infanzia: il dolore di non essere amati, la paura di non essere amati, la collera e la vergogna per non essere degni d’amore.Nelle fiabe l’uomo ha messo la paura più antica e totale: il non essere abbastanza amati.Le fiabe moderne parlano invece di una nuova paura, più sottile: il fallimento, il rifiuto, il non essere abbastanza bravo da venire accettato dal gruppo.Se l’attaccamento a padre e madre è il sistema motivazionale dell’infanzia, l’affiliazione al gruppo è quella dell’adolescenza. Sono le fiabe di Dumbo, dell’idea della diversità come risorsa, come opportunità di crescita.L’ultimo raccontatore di fiabe – scrive La De Mari – è Kafka con gregor Samsa che si sveglia trasformato in scarafaggio. Ci dice Kafka che la realtà non può essere guardata in faccia, abbiamo bisogno di un velo che la copra. È questa la ragione per cui nel mondo Occidentale, nella seconda metà del XX secolo, in un mondo operazionale, la letteratura fantastica è esplosa come non mai.“L’unica giustificazione è che ci siano nel fantasy – scrive la De Mari – dei contenuti che tutti riconosciamo come nostri, emozioni spaventose che non sono affrontabili se non stemperate nell’inesistenza di un mondo fantastico.”Di più.“Le realtà oggettive su cui è posata la fantasia della fantasy sono la paura che il mondo noto possa finire” per il nucleare, per la terza Guerra Mondiale, per la sovrappopolazione, per l’inquinamento, per modificazioni climatiche irreversibili.La paura che la follia umana superi il punto di non ritorno. Ma nel fantasy c’è la meravigliosa consolazione di sapere che “la cavalleria arriva sempre in tempo”, che i buoni ed i cattivi sono facilmente riconoscibili.“Il fantasy ci evita una tragedia che invece è la nostra tragedia permanente: cercare di capire quale sia la parte giusta, quale quella sbagliata. Quindi – conclude la De Mari – dobbiamo credere alle fiabe perché le fiabe dicono la verità, dicono che gli orchi esistono e che possono essere salvati.”Dal libro:Le fiabe non conterrebbero nulla di reale se la psiche delle creature umane fosse incorporea. Questa psiche è contenuta in un corpo, ed è diverso se questo corpo è in un mondo di fame e disperazione, in una terra dove le madri sono trascinate verso i roghi e dove passano i lanzichenecchi, oppure se è in un posto in cui l’unico dubbio è ‘insieme al tè, ci facciamo i frollini o i biscotti al cioccolato?’. Nel primo caso la fiaba è Hansel e Gretel, nel secondo Winnie Puh. In realtà la fiaba, narrazione fantastica senza alcuna pretesa di verosimiglianza, nata dal basso, spontanea e anonima, proprio per il suo contenuto fantastico è in assoluto la narrazione che è più vicina alla realtà storica: è l’unica narrazione dove la realtà storica, di qualsiasi tipo, sia stata rappresentata”.IL DRAGO COME REALTA’Autore: Silvana De MariEditore: SalaniAnno: 2007Prezzo:10,00 € A cura di Laura Ogna